Orfani del transitivo. Contro il bullismo!


La locandina de La Gazzetta del Mezzogiorno di mercoledì 3 marzo


Tutto ciò che ho imparato è
l’amore per la vita

nonostante i dispiaceri

si va avanti come guerrieri


Colpire le fragilità sembra un gioco al dissenso dei corpi: invece è violenza, disprezzo, incapacità di vedere l’Altro. Io sono, tu invece credi di essere: ti senti diverso, diventi violenza. Il compagno disabile può esser così legato alla sedia e poi lanciato in aria; il corpo può diventare tiro a segno di sputi oppure può essere disteso sui binari per sentire l’emozione della paura del treno minaccioso per il pericolo alla vita o ancora segnare nel colore della pelle il proprio disprezzo e rifiuto. La scuola è disarmata e non ha la forza per rispondere contro la violenza verso le fragilità. Nella rete la comunicazione è liquida, il corpo è vuoto il volto è senza tempo e senza spazio. I corpi sono fuori dai sentimenti non emozionano non appartengono alla coscienza. La comunicazione avviene fuori dagli spazi tradizionali come sono quelli della propria stanza della strada dalla palestra. Manca la transizione cioè si rompe la comunicazione tra il soggetto e l’oggetto quindi il passaggio dal soggetto verso l’oggetto. Nella rete non c’è spazio e non c’è il senso del tempo: le relazioni sono momenti di vita vuoti senza la responsabilità morale e sociale dei propri comportamenti. I rapporti infatti sono meccanica sociale fuori dalla coscienza impossibile da misurare. La fragilità dei disabili invece conosce e lotta per essere nella vita. 

Scrive Sabrina:

Il mio pensiero vola

vola l’anima

un fuoco che solo il vento spegne.



Vola e cade….

Tutti i quadrati si fanno pezzetti pezzetti


In questi versi liberi dall’acido della retorica e costruiti sulla forza della parola, c’è il grido di essere diversità nella fragilità. C’è anche l’invito a non considerare il bullismo un semplice comportamento di ragazzi poco educati o semplicemente disorientati. Il fenomeno è grave, diffuso e non va sottovalutato. Ci vuole impegno e coraggio e capacità di stare nelle parole giuste e chiare per rispondere a Tony il quale nella sua poesia “La verità” scrive:


La verità

la voglio oggi

la voglio adesso



Adesso qui,

voglio la verità.

Prima la verità,

e poi, le parole.

Vola la poesia, vola

La scuola è chiamata a riflettere sui tempi di vita nel periodo di crescita e a promuovere educando le relazioni sociali e personali i ragazzi perché sono il terreno su cui si scrive la storia della vita. La scuola della generazione 1.0 della nuova rivoluzione antropologica digitale è ancora quella dove: io sono, tu vieni, io ti aspetto. Contro il fenomeno del bullismo e della violenza verso la fragilità la proposta pedagogica di “Fogli di poesia per raccontare le vita” è quella di non essere orfani del “transitivo” nelle relazioni restando nella rete.


Gigi Mangia
Cantieri Teatrali Koreja

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